Sanremo, Grillini: “Se vincesse Povia sarebbe un bruttissimo segnale”

L’INTERVISTA – Franco Grillini, presidente onorario Arcigay, se il Festival di Sanremo lo vincesse Povia significherebbe che gli italiani sono omofobici?
“No, perché non è Sanremo a rappresentare l’Italia e soprattutto ad essere un istituto demoscopico. Certo è che sarebbe un bruttissimo segnale e confermerebbe ciò che andiamo dicendo da tempo e cioè: quello di Povia è stato un manifesto politico e non una canzone, è stata un’operazione politica, nell’epoca dello sdoganamento del politicamente scorretto e soprattutto significherebbe che si può essere omofobici senza pagare particolare dazio. Sarebbe un pessimo segnale”.

“Luca era gay”: può essere un ‘imperfetto’ a farvi arrabbiare così tanto?
“Si perché non è tanto il titolo quanto il contenuto della canzone che è fortemente offensivo per noi, dice delle bugie a proposito dell’omosessualità, di Freud e della psicologia, insulta le donne che hanno allevato da sole i bambini, che solo in Italia sono 1.100.000 e soprattutto dice che l’omosessualità non è fonte di felicità. Infatti, ieri sera ha polemizzato direttamente con un cartello “meglio la serenità della felicità”. Cosa vuol dire? Contrapporre serenità e felicità è una stupidaggine. Evidentemente ha voluto polemizzare con me e con il mio intervento all’Ariston quando ho parlato di una coppia che è stata insieme per 33 anni felicemente. Allora la verità è un’altra: ogni persona si costruisce in libertà la sua strada e cerca insieme serenità e felicità. E’ un diritto umano. A Povia, e a tutto quell’apparato politico-mediatico che lo ha sostenuto, vogliamo dire che nel momento in cui io mi appresto a partecipare alla manifestazione per Eluana Englaro, oggi pomeriggio a Roma, e nel momento in cui c’è la manifestazione di Sanremo contro l’omofobia, che ogni essere umano ha diritto a costruirsi la sua vita in libertà”.

Che clima si respira in Italia, secondo lei, in materia di libertà civili?
“E’ una dittatura clericale. C’è una prepotenza, un’invadenza e un’aggressività della Chiesa cattolica che pretende di trasformare il peccato in reato e pretende di trasformare la precettistica cristiana in legge dello Stato. Esattamente come è avvenuto nell’Iran di Komehini e come avviene nei Paesi teocratici. La laicità dello Stato è un bene fondamentale perché è lo spazio della libertà collettiva e individuale. Ecco perché manifestiamo a Sanremo”.

Quinews

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